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Risultati per: giove

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Storia sentimentale dell'astronomia

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Piero Bianucci 50 occorrenze

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Le misure del moto dei satelliti di Giove sono contemporanee delle osservazioni che Galileo dedica al Sole, osservazioni che gli fanno scoprire le

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Nel 1641 padre Benedetto Castelli ottiene dal Sant’Uffizio il permesso di andare ad Arcetri per studiare i satelliti di Giove sotto la guida del

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compreso che l’attrazione tra i corpi massicci è reciproca, sicché le orbite sono centrate sul comune baricentro. Eppure i satelliti di Giove e di Saturno

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circa 40 volte (...) con gran nitore. Con esso ho visto Giove chiaramente tutto intero e i suoi satelliti, e Venere a metà”.

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, Gassendi e Peiresc, nonché dalle mappe lunari disegnate da Claude Mellan. Le macchie solari vengono descritte come vulcani e montagne di fuoco, Giove ha i

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. La cometa si presentò nell’aprile dell’anno dopo con 200 giorni di ritardo. Edmond non aveva tenuto conto dell’influsso gravitazionale di Giove e

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spirale. Magistrali, invece, sono le osservazioni fatte su Giove e Marte con un telescopio costruito dal Campani il cui obiettivo, per limitare i

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Giove. Scoprì la luce zodiacale. Altri suoi lavori toccarono l’idraulica, la biologia, la medicina. In questo campo fu un pioniere dei primi

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Il lavoro sui satelliti di Giove attrasse l’attenzione dell’abate Jean Picard, stimato astronomo francese, che segnalò Cassini al ministro Jean

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Nel 1693 Cassini pubblicò effemeridi dei satelliti di Giove ancora più precise, ciò che ne rese possibile l’applicazione per fare il punto-nave, sia

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Scilly (a sud-ovest della Cornovaglia) e nel naufragio perirono duemila marinai. Ma il lavoro sui satelliti di Giove era così ben fatto che ne uscì

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velocità finita della luce e alla variabile distanza tra la Terra e Giove.

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puntualmente, ma quando la distanza tra Giove e la Terra era massima, ci voleva più tempo (22 minuti) perché la luce del satellite emerso dall’ombra del

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organizzare una misura di longitudine con il metodo delle eclissi dei satelliti di Giove.

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che c’era un errore sistematico: quando Giove era più lontano dalla Terra, i tempi reali ritardavano rispetto a quelli previsti. All’inizio anche

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, stando a una legge empirica enunciata da Titius e ripresa da Bode, ci si aspettava dovesse esistere tra l’orbita di Marte e quella di Giove. Poteva essere

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, ma non aveva né chioma né coda. La seguì per un po’ di sere constatando che l’orbita pareva quella di un pianeta posto tra Marte e Giove. Il 21

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Da scienziato, Lalande calcola (con la Lepaute) le perturbazioni di Giove e Saturno che ritardarono di 200 giorni il ritorno della cometa di Halley

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’esistenza di un pianeta tra Marte e Giove: ebbene, nel 1801, più o meno alla distanza giusta, era saltato fuori Cerere. L’altra conferma venne con la

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1612 e gennaio 1613 per annotare la posizione dei satelliti di Giove.

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la velocità della luce dai tempi delle eclissi dei satelliti di Giove, che Cassini aveva misurato con grande cura. Ma imprecisa all’epoca era la stima

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perielio di Mercurio di 280 secondi d’arco, la Terra di 83, Marte di 2,6, Giove di 152, Saturno di 7, Urano di 0,1. Sommando il tutto, in un secolo si

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le notti. Al secondo posto c’era l’Astrologo imperiale, che osservava gli astri, e specialmente il pianeta Giove, per trarne auspici. Al terzo

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di Giove e di Saturno, la determinazione della costante della radiazione solare, studi d’avanguardia sullo spettro solare infrarosso e ultravioletto

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senza aver coronato il suo sogno. Il successore, Vesto Slipher, nel 1929 ricevette disegni di Marte e Giove inviatigli da un giovane che si era

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Sogni. Nella quotidianità si accontentava di passeggiate in montagna. Morì a Pasadena nel 1974, mentre le sonde “Pioneer” raggiungevano Giove.

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atomici. Il primo interferometro di questo tipo servì ai ricercatori dell’Università della Florida per studiare le dimensioni delle radio-tempeste di Giove

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noi è ovvio che questa danza celeste, evidentissima per Marte, ma anche per Giove e Saturno, è dovuta al combinarsi del moto orbitale della Terra con

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avanzate. La International Astronomical Union gli ha dedicato il pianetino 4821 in orbita tra Marte e Giove. Presso Longanesi è apparso anche Le

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satelliti di Giove) e Cristoforo Scheiner (nato nel 1575 e morto nel 1630, fu tra i primi a osservare le macchie solari).

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farà inceppare gli ingranaggi cosmici del sistema tolemaico. Una settimana dopo doveva verificarsi una congiunzione di Giove e Saturno. Ma Tycho rilevò

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Mercurio e Venere orbitassero intorno al Sole era ormai evidente. Tycho vi aggiunse gli altri pianeti: Marte, Giove e Saturno. Il Sole, con tutto il suo

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attesa che un simile spettacolo avvenga nell’era telescopica. Paragonabile per luminosità al pianeta Giove, ma dotata di scintillio come è tipico delle

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nuova stella, e cioè nella zona del piede del Serpentario. Lì, poco sopra l’orizzonte occidentale, nelle brume della sera, Giove e Saturno andavano a

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La supernova si accese proprio il 9 ottobre 3 gradi a ovest di Marte e Giove e 4 a est di Saturno. Baldassar Capra, da sempre rivale di Galileo

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analogia (per esempio vede quattro stelline che orbitano intorno a Giove e ne deduce che sono satelliti del pianeta per analogia con il moto della Luna

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, matematiche e musicali non funziona per la coppia Marte-Giove, la loro dissonanza si spiega con una “incompatibilità astrale” tra i due pianeti...

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di un miglio; dopo cena osservarono i satelliti di Giove; infine Galileo smontò lo strumento per far vedere com’era fatto. Il primo a adottare la

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Toscana come quella che gli avrebbe rivelato i satelliti di Giove. I tre cimeli fanno parte della collezione di strumenti scientifici raccolti dalle

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California, ripeté le osservazioni di Galileo su Luna, Sole, Saturno e Giove. Il primo cannocchiale mostrò sul Sole un gruppetto di tre macchie, due delle

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cannocchiale da 15 ingrandimenti Galileo vede due stelline a sinistra di Giove e una a destra. La sera dopo le tre stelle sono tutte a destra del pianeta

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”vende” i satelliti di Giove: “ Vostra Altezza (...) appena han cominciato a rifulgere in terra le bellezze immortali del vostro animo, e si mostrano

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Diverso è il caso dei satelliti di Giove individuati da Galileo nel gennaio 1610. In vista del ritorno a Firenze, lo scienziato pensa a trarre

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Giove sono le novità più d’effetto presentate nel Sidereus nuncius. Ma Galileo esplora con il telescopio anche l’ammasso stellare delle Pleiadi, la

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altrettanto bene con il modello tolemaico e con quello semi-copernicano di Tycho Brahe. I satelliti di Giove, offrendo una versione in miniatura del sistema

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Nel dicembre 1610 e per tutta la prima metà del 1611 Galileo lavorò per determinare i periodi orbitali dei satelliti di Giove. La misura si rivelò

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satellite eclissato sbucava dal bordo di Giove, altre volte sembrava emergere dal nulla quando ne era ormai lontano. Tutto va a posto in una prospettiva

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è che Galileo aveva pensato di usare i satelliti di Giove e le loro eclissi come un orologio cosmico osservabile contemporaneamente da luoghi lontani

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eclissi dei satelliti di Giove potevano funzionare da orologio a patto di conoscerne esattamente i tempi. Probabilmente Galileo mantenne il riserbo sulla

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errori di pochi minuti, e rileva il variare del diametro apparente di Giove da 41 a 37 secondi d’arco nel corso dell’anno. In un disegno del gennaio 1613

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